Un contributo al dibattito sulla traduzione come forma d’arte e congegno evolutivo dotato di influenza non solo ermeneutica, ma cognitiva e pluridisciplinare. La versione italiana di un dramma di Susan Glaspell, tradotto dall’autrice del saggio, ne rileva anche le proprietà di mediazione e trasmissione sociale alla prova dei tempi.
«Poeticamente parlando, il traduttore può essere definito come un autentico creatore di mondi. Ha la responsabilità di trovare dei traducenti adatti, ma non solo. Ha uno dei compiti più complessi da svolgere in assoluto: suscitare emozioni nel lettore attraverso le atmosfere che è in grado di (ri)creare. Non si tratta di un atto meccanico, ma di un vero e proprio processo orchestrato da competenze gestite in modo tale da produrre una sinfonia perfetta. Il mediatore è l’incarnazione dell’autore e del lettore insieme, e possedendo una capacità d’immedesimazione fuori dal comune, è soltanto uno, ma in realtà è anche centomila».
A cura di Luisa Campedelli.
Emma Romanoni nasce a Pavia il 18 febbraio 2003. Frequenta il liceo linguistico Adelaide Cairoli nella città natale, dove studia l’inglese, il tedesco e il francese. Dopo il diploma si iscrive alla Civica Scuola per interpreti e traduttori Altiero Spinelli di Milano, e porta avanti la passione per le lingue straniere. Viaggiare l’affascina e continua a farlo, anche mentre lavora come Group leader per l’agenzia MLA, che le ha permesso di scoprire l’America e il Regno Unito, di cui è profondamente innamorata.

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