Una plaquette che tramite opere di narrativa distopica analizza la maternità dalla carne allo spirito, cioè dalla dimensione brutalmente materiale a quella più sottile, nella quale sguazzano le odierne lotte di potere travestite da conquiste della libertà.
Nella società dell’imperialismo tecnologico la libertà presume una manipolazione, ed amministrare le nascite e colei che vi provvede è amministrare pure la coscienza civile, la quale invece dovrebbe essere condizione primaria della libertà. L’importanza della madre per l’umanità trascende la ragione, perciò l’apparato del potere tiene in piedi un ordine antagonista a quello organico-naturale, in netta disarmonia con la trasfigurazione da esso operata».
A cura di Lucrezia Lombardo.
Laureata in Filologia Moderna, Emilia Pietropaolo è amante della letteratura slava e balcanica, tant’è che ha scritto la tesi su Dostoevskij e Ivo Andrić. Si occupa della rubrica «La stanza di Nasten’ka» come redattrice del blog letterario Bibliovorax, e scrive su varie riviste e testate.

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