L’inutilità dei buoni

- Le scie

Ne L’inutilità dei buoni Roberto non trattiene ricordi, ed occupa il vuoto della mente aggrappandosi alla ripetizione di gesti meccanici e ossessivi, controllato dagli assistenti sociali. Bruno, invece, convinto di essere vittima dell’egoismo altrui, si ostina in modo distruttivo a trovare negli altri l’approvazione di cui ha bisogno. Storie parallele in un romanzo di formazione al contrario, in cui l’incontro inconsueto di due uomini nei panni del medesimo, fa emergere il lato oscuro di entrambi.

Le parlai delle mie paranoie, delle mie titubanze, dell’ipersensibilità.
«E ti stupisci di essere da solo?» m’aveva detto ridendo, con un’espressione che pareva alludere a qualcosa di più promettente.
«Mi stai dicendo che sei ancora interessata?» avevo chie­sto allora, accorgendomi subito d’avere frainteso.
«È tardi, ma sarebbe stato bello allora. Chissà cosa sareb­be successo se solo avessi risposto per tempo».
Era il suo modo di rifiutarmi, l’unico che le avrebbe garantito un interesse perpetuo da parte mia.

A cura di Nicoletta Prestifilippo.

Alessandro Tuzzato insegna Italiano e Storia al I.I.S Levi-Ponti di Mirano, in provincia di Venezia. Ha vissuto per nove anni in California, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Letteratura italiana alla Stanford University. L’inutilità dei buoni è arrivato in finale alla 28ma edizione del Premio Calvino.

L’opera è reperibile in tutte le librerie fisiche e virtuali, oppure ordinabile in un lotto di copie numerate, senza alcuna spesa di spedizione, al link https://www.divergenze.eu/prodotto/linutilita-dei-buoni/


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