La città ideale è una danza in sette tempi, le cui linee armoniche tracciano il nuovo contratto sociale per una cura autentica dell’alterità.
«Per perseverare non è necessario riuscire, o almeno non da subito. E la dedizione è una caratteristica delle più rare, nella realtà odierna quasi fuggita, temuta e infine scartata. Richiede troppa abnegazione e una disciplina interiore che il presunto benessere ha disincentivato. Nella città ideale, la disciplina avrebbe la centralità e il fervore che garantisce, lui solo, la chiarezza di visione, e il benessere spacciato per una corsa al possesso ne uscirebbe ridimensionato».
A cura di Lorenzo Campanella.
Daniela Piana è docente ordinario di Scienza della Politica all’Università di Bologna, associate fellow presso l’Institut des Hautes Etudes sur la Justice, esperto formatore della Scuola superiore della magistratura e componente dell’Osservatorio per la valutazione delle politiche giudiziarie, ricercatrice e intellettuale impegnata nel costruire capacità individuali e istituzionali per la tutela effettiva dei diritti e delle libertà.

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