Avenida Libertador è il nome di una via di Buenos Aires. Il racconto è ambientato nel 1978, durante la dittatura militare. La città e la nazione intera sono in fermento per i mondiali di calcio, ma all’ombra della festa c’è il dramma dei desaparecidos, una realtà invisibile fatta di esistenze e identità negate, nella quale molti cercano un punto di luce tra fuga e verità. «L’uomo con il giubbotto di pelle pensò a quel viso di ragazza sconosciuto, aprendo tutti i cassetti della memoria senza risultato. Quindi pagò il caffè, diede un’occhiata veloce ai titoli del Clarín e uscì sbattendo la porta, facendo tremare il chiama-angeli. Poi, con calma, salì su una Ford Falcon parcheggiata a pochi metri. Tamar e Magda videro l’auto allontanarsi, e alla sorella di Lucas venne un nodo in gola. Pagarono, salutarono Esteban e si diressero verso il commissariato di Buenos Aires per cercare notizie di Lucas Tizak, un nome, un cognome e un volto che loro non volevano dimenticare».
A cura di Cecilia Serra.
Cristina Amato nasce a Catania nel 1980. Laureata presso la facoltà di Lettere e Scienze Umane di Neuchâtel, lavora come copywriter e digital marketing strategist presso un’agenzia pubblicitaria di Catania. Ama i pois, il cinema e i bassotti. Affetta da patologie letterarie, sta ancora contando i propri sogni nel cassetto.

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