Protagonista dell’opera, più che la vicenda di un uomo, è un periodo storico intero, dominato dalle fibrillazioni della perestroika. Nel sogno della libertà come lotta cocciuta contro un reale che impone la propria vendetta, tra relitti e frammenti di un paradiso mancato, si intrecciano le avventure dei singoli e quelle del mondo, nel romanzo della grande illusione.
«Ho nostalgia della bandiera rossa con la falce e il martello? Sì, e non me ne vergogno. Il capitalismo è la morte con la faccia del benessere. Spegne la voglia di lavorare, riduce la socialità, sacrifica qualunque cosa, rapporti compresi, alla divinità del denaro. Dite pure che sono qualunquista, però sto parlando in maniera realistica. Nessun luogo al mondo, nel quale il capitalismo sia al timone, va nella rotta dell’umanità».
A cura di Giorgio Mascari.
Alessandro Bastasi è nato a Treviso nel 1949 e vive a Milano. Attore e autore di numerosi articoli di argomento teatrale per riviste di settore e quotidiani, ha trascorso lunghi periodi all’estero, in particolare a Mosca. Dall’esperienza sovietica ha tratto questo romanzo, ultimo di una lunga e poliedrica serie.

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