Il processo artificiale

- Impronte

La dottrina tecnologica ha dato forma, e potere, alle intelligenze artificiali. Questo saggio indaga i ragionevoli dubbi riguardo il loro utilizzo nel processo penale.
«In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale si fa sempre più strada è necessario comprendere come può, da un lato, rivelarsi mezzo di deflazione di un sistema giudiziario oramai elefantiaco, dall’altro come riuscire a farla coesistere coi princìpi sacrosanti che garantiscano un equo pro­cesso, l’equità e l’imparzialità del giudice e del potere inquisitorio. Nel futuro ci si potrebbe trovare davanti a un processo celebrato attraverso algoritmi, i quali possono – attraverso una formula predefinita – decidere in termini di punibilità, di recidiva, di capacità di intendere e volere».

A cura di Lucrezia Lombardo.

Mariangela Miceli è avvocato, cultrice della materia in diritto processuale penale presso l’Università degli studi di Palermo, autrice di pubblicazioni scientifiche ANVUR, collaboratrice per Dike e Giuffrè. Fervida sostenitrice dei diritti in ogni forma, collabora con il gruppo Giuristi per le Libertà dell’Associazione Luca Coscioni. Contributor per il blog Econopoly24 del Sole24ore, sostiene le campagne per i diritti umani e civili di Eumans. Mamma di Emanuele, ricercatrice libera per vocazione. 

L’opera è reperibile in tutte le librerie fisiche e virtuali, oppure ordinabile in un lotto di copie numerate singolarmente presso Divergenze, senza alcuna spesa di spedizione.
Per l’acquisto scrivere a Monica Cerri: info@divergenze.eu


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