Mai come oggi la filosofia ha il vizio di spargere parole imponenti, pompose, con la pretesa di ritenerle definitive. Questo saggio non-saggio ci ricorda come un certo modo di pensare non sia poetare, ma lasciare scorie dal tragicomico rombo di tuono, flatulenze, esercizi da tanti messi all’indice, eppure sintomi di creatività, sui quali sono incentrati il manifesto della petosofia e una parte del futuro delle dottrine filosofiche.
«Non mi va di stare qui a definire cosa sia o cosa non sia la filosofia. È una discussione che lascio a voi dotti, a voi sapienti. Divertitevi. Anzi, faccio di più, ve lo concedo da subito: questo non è un libro di filosofia. Se doveste essere còlti dal dubbio su cosa portare su di un’isola deserta, ve lo dico io: non scegliete questa roba. Portate Heidegger, Erasmo, Arbasino, magari Calvino. Non mettete in valigia L’arte loffa. È un saggio intorno alla filosofia come peto, una “petologia filosofica” volutamente disturbante, che vuole argomentare una posizione di per sé priva di argomentazione, un sentimento impossibile da esprimere a parole, che fa della leggerezza la sua gravità. Insomma, un’opera che si prende talmente poco sul serio da essere perfino seria».
A cura di Marco Vagnozzi.
Luca Pantaleone, laureato in Filosofia e Farmacia, è manager negli Affari Regolatori del farmaco dell’omonima industria. Da anni svolge una intensa attività di ricerca nel campo della filosofia della cura (Il virus e noi, 2019), della filosofia della Bioetica e della fenomenologia (Husserl e Frege, 2020; Saggi logico-fenomenologici, 2019), e di quella atopica (Filosofia de La Zanzara, 2022). È autore di articoli per riviste filosofiche, ed è stato, per quattro anni, docente di Bioetica e plasmaderivati presso il master di Metodologie Farmaceutiche e Industriali dell’università La Sapienza di Roma. Attualmente è membro del direttivo della Consulta di Bioetica e vicepresidente del Comitato di Etica Clinica della USL Toscana Sud-Est.

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