La parola e il silenzio

- Il simposio

Il linguaggio del potere, fra cattedrali metafisiche e slogan per dominare un cittadino ridotto a consumatore, analizzato mediante gli strumenti che consentono di costruire un’alternativa: l’arte, la scienza e la contemplazione.
«Se il linguaggio della politica coercitiva domi­na la molteplicità minandola alla base, è nell’ar­te e nel linguaggio poetico l’humus dove la verità si rinnova. La poesia riconduce la parola al­l’orizzonte limite. Qui l’etica condivisa e plurale trova la sua dimensione, perché aperta ab origine all’altro».

A cura di Erika Cancellu.

Andrea Comincini è nato ad Alghero, nel 1976. Laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi Roma Tre, ha conseguito un Ph.D. in Italianistica all’University College Dublin, dove ha lavorato in qualità di Senior Tutor. È stato Helm-Everett Fellow presso la Indiana University. Traduttore di opere di autori anglo-americani tra cui Bennett, Fitzgerald, Melville, ha scritto per Il Manifesto e collabora con varie riviste filosofiche e letterarie.

L’opera è reperibile in tutte le librerie fisiche e virtuali, oppure ordinabile in un lotto di copie numerate singolarmente presso Divergenze, senza alcuna spesa di spedizione.
Per l’acquisto scrivere a Monica Cerri: info@divergenze.eu


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