Idillio fra le tenebre è la terza parte, autonoma, del romanzo che Pierangelo Baratono, pubblicò in appendice su “Il Lavoro”, storico quotidiano genovese, fra il 1903 e il 1904. In una città torbida e lucente d’ambiguità, fra bettole e saloni patrizi, tre vite incrociano i loro destini nell’eterna lotta fra il bene e il male.
«C’era messa bassa, quel mattino. Qualche vecchia occupava i banchi, intenta alla preghiera. Il prete officiava, rattenendo lo sbadiglio e dando di tempo in tempo qualche pizzicotto al chierico troppo distratto. I due s’avvicinarono l’uno all’altro dietro un confessionale vuoto. Nel monotono stridore della voce del sacerdote il loro bisbiglio si udiva appena. Bonci cominciò: — Grazie Anna, per essere venuta. Voi non sapete tutto il bene che mi avete fatto».
A cura di Luisa Campedelli.
Pierangelo Baratono (1880-1927), giornalista, scrittore e funzionario delle Poste, nasce a Roma, ma il suo nome è legato alla città di Genova. Critico letterario per “Il lavoro”, redattore della rivista di Lettere, Arte e Scienza “Vita nova”, collabora a “La Riviera ligure”, col mensile “La gazzetta di Genova”, a “La Liguria illustrata” ed altri periodici, ma soprattutto è il principe dei nottambuli, il maudit sedentario che anima il Caffè Roma, alcova di tutti gli intellettuali del tempo. Amico e compagno di eccessi di Camillo Sbarbaro, era «il più francese degli autori italiani di inizio Novecento».

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