La storia e l’attualità dimostrano che la repubblica dell’io è una formula fallimentare: occorre tornare a pensare nell’interesse della società per acquisire la consapevolezza che solo insieme ce la possiamo fare. Noi, domani traccia un modello ottimale e possibile di civiltà.
«Nei rituali di incontro, in tempi di forte allentamento del senso sociale, essere gli uni fra gli altri e sapersi e sentirsi partecipi, costituisce un momento di rilancio e di riaffermazione della res publica. Per questo esserci è la più sublime delle cerimonie, garanzia d’identità di valori collettiva. Il rito d’insieme appartiene a un patrimonio conoscitivo universale, che ha nella pluralità il miglior bilanciamento alla concentrazione del potere. Tant’è il noi si nutre di espressione e partecipazione della cittadinanza, nel rispetto di tradizioni e innovazioni; quel rito è la festa delle forme di agire con gli altri e per gli altri. È l’impegnarsi per la grammatica della salvezza che fa la differenza e dà modo di comprendere che essa ha due insostituibili vettori: l’incontro e l’arte. Ed impegnarsi per ciascuno dei due è impregnarsi del suo potere, della soavità che dona a chi lo pratica, lo esprime, lo professa proprio come una vocazione».
A cura di Antonella Perrotta.
Daniela Piana è docente ordinario di Scienza della Politica all’Università di Bologna, Senior Advisor OCSE, coordinatrice della sezione di ricerca ICEDD LUISS Guido Carli “Rule of law and citizenship in the digital age”, ricercatrice e intellettuale impegnata nel costruire capacità individuali e istituzionali per la tutela effettiva dei diritti e delle libertà.

L’opera è reperibile in tutte le librerie fisiche e virtuali, oppure ordinabile in un lotto di copie numerate, senza alcuna spesa di spedizione, al link https://www.divergenze.eu/prodotto/noi-domani/